norme editoriali

 

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Norme per i collaboratori dei «Quaderni di storia religiosa»

Note

in corpo minore, saranno numerate in progressione; non a piè di pagina ma insieme al termine del contributo. Il numero della nota va prima del segno di interpunzione.

  • Esempio: heremitis1.

Spazi:

bisogna lasciare uno spazio nei seguenti casi: dopo i segni di interpunzione  e prima e dopo il trattino lungo, usato per le frasi incisive /mentre con il trattino breve non si spazia.

 

  • Esempi: in quanto - come sappiamo – etc.;
  • R. Bocchi, C. Oradini, Trento, Roma-Bari 1989.

 

Uso del corsivo

L’uso del corsivo sarà limitato al latino e a singoli lemmi o locuzioni in lingua diversa dall’italiano. In corsivo andranno anche i titoli di libri, capitoli, poesie, e termini indicanti parti di opere (Introduzione, Prefazione, etc).

Evitare il neretto e il sottolineato.

 

Attenzione agli accenti sulla e: distinguere i gravi dagli acuti (es. poiché, è stato, giacché, affinché, cioè, sé.). Anche nelle maiuscole: È e non E’.

 

Alcune semplici norme per le citazioni bibliografiche

Per il nome degli autori e dei curatori (con iniziale puntata) si usa il tondo normale e non il maiuscoletto così come per Archivi, Biblioteche. Per i titoli il corsivo.

  •  Esempio: L. Pellegrini, Insediamenti francescani nell’Italia del Duecento, Roma 1984.

Laddove vi siano più autori si usa la virgola e non il trattino; tra i nomi dei curatori si metta e

Esempi:

  • R. Bocchi, C. Oradini, Trento, Roma-Bari 1989.
  • Chiesa, vita religiosa, società nel medioevo italiano. Studi offerti a Giuseppina De Sandre Gasparini, a cura di M.C. Rossi e G.M. Varanini, Roma 2005.

Nel caso di nomi doppi non lasciare uno spazio tra le due iniziali:

  • Gian Maria Varanini = G.M. Varanini

 

Seconda citazione

Cognome senza iniziale, titolo abbreviato:

  • Pellegrini, Insediamenti francescani, pp. XX-XY.

Non si usi mai op. cit.

 

Archivi, biblioteche, istituti

Si usa il corsivo per i fondi degli archivi.

  • Archivio di Stato di Milano, Fondo di religione, parte antica, 3041.
  • Archivio di Stato di Milano (e non Milano, Archivio di Stato);
  • Biblioteca civica di Bergamo (e non  Bergamo, Biblioteca civica) e simili.

 Le abbreviazioni vanno segnalate prima della nota 1

  • Esempio: ASVr = Archivio di Stato di Verona

 

Per le citazioni di istituti è buona norma limitare l’uso delle maiuscole: maiuscolo per la prima parola indicante l'ente, poi il criterio grammaticale normale: aggettivi e nomi comuni con la minuscola, nomi propri con la maiuscola.

Esempi:

  • Accademia d'agricoltura, scienze e lettere;
  • Facoltà di lettere e filosofia; Centro italiano di studi sull'alto medioevo;

Analogamente ci si comporti per le riviste.

Esempi:

  • «Bollettino storico bibliografico subalpino».
  • «Rivista storica italiana» (e non «Rivista Storica Italiana»)

 

Ristampe anastatiche: mettere tra parentesi il luogo e la data della ristampa preceduti da =.

  • L. Zanoni, Gli umiliati etc., Milano 1911 (= Roma 1970).

 

Per le opere in traduzione italiana: mettere tra parentesi il luogo e la data dell'edizione originale.

  • Esempio: T. Desbonnets, Dalla intuizione alla istituzione. I Francescani, Milano 1986 (Paris 1983).

 

Il numero dell’edizione può essere segnalato in esponente alla data: 19753.

La collana di regola va omessa; se si ritiene necessario o utile segnalarla, nel caso di particolari collane, si usino le parentesi tonde.

  • O. Pontal, Les statuts synodaux, Turnhout 1975 (Typologie des sources du Moyen Age occidental, 11).

Particolari i casi di MGH, RIS, PL  per i quali: in, collezione, volume, parte, luogo e data.

Esempi:

  • Gerardi Maurisii Cronica etc., a cura di G. Soranzo, in RIS2, VIII/4, Città di Castello 1914;
  • Parisii de Cereta Annales, in MGH, Scriptores, XIX, Hannover 1866.

Opere in più volumi

Il volume va indicato con cifra romana: I, II; no vol. I, vol. II. Se il volume citato fa parte di un'opera a più volumi e ha un titolo proprio lo si citi secondo gli esempi seguenti:

  • G. Biancolini, Notizie storiche delle chiese di Verona, I-VIII, Verona 1749-1771 (= Bologna 1977), I, pp. etc.; seconda citazione: Biancolini, Notizie storiche, I, pp. etc.
  • G. Miccoli, La storia religiosa, in Storia d’Italia, II/1: Dalla caduta dell’Impero romano al secolo XVIII, Torino 1974, pp. 431-1079, in part. p. 520.     

 

 

Per le citazioni di riviste ci si comporti secondo gli esempi seguenti (autore, titolo del saggio in corsivo, titolo della rivista in tondo fra doppie virgolette in basso preceduto da ‘in’, annata o volume in cifre arabe, fascicolo facoltativo in cifre arabe, anno di pubblicazione fra parentesi rotonde, pagine complessive e/o pagine citate):

  • A. Rigon, Penitenti e laici devoti fra mondo monastico-canonicale e ordini mendicanti: qualche esempio in area veneta e mantovana, in «Ricerche di storia sociale e religiosa», n.s., 17-18 (1980), pp. 51-73.

Per le riviste costituenti opera monografica si preferisce il titolo della monografia e poi l'indicazione della rivista: esempio:

  • A.     Rigon, Monasteri doppi e problemi di vita religiosa femminile a Padova nel Due e Trecento, in Uomini e donne in comunità, Verona 1994 («Quaderni di storia religiosa», 1), pp. 221-257.

 

Citazioni di contributi in miscellanee o atti di convegni

Analogamente si usa ‘in’ nel caso di miscellanee (che non vanno mai citate con AAVV) o nel caso di atti di convegni

Esempi:

  • F. Sorelli, Vita religiosa delle donne nel medioevo veneziano: indicazioni dalle fonti dei secoli XII-XIV, in Chiesa, vita religiosa, società nel medioevo italiano. Studi offerti a Giuseppina De Sandre Gasparini, a cura di M.C. Rossi e G.M. Varanini, Roma 2005, pp. 613-630.
  • G.G. Merlo, La conversione alla povertà nell'Italia dei secoli XII-XIV, in La conversione alla povertà nell’Italia dei secoli XII-XIV. Atti del XXVII convegno storico internazionale (Todi, 14-17 ottobre 1990), Spoleto 1991, pp. 1-32.

 

Per le tesi di laurea si indica autore, titolo, Università, Facoltà, anno accademico, relatore.

  • P. Fresco, La Chiesa veronese all'avvento di Pietro della Scala. Dagli atti della Mensa vescovile nel 1351, tesi di laurea, Università degli studi di Padova, Facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1987-1988, rel. G. Cracco.

 

Citazione di testi

- corsivo per tutti i testi in latino così come per i singoli lemmi o locuzioni in lingua latina o diversa dall’italiano: la renovatio in atto; de mandato episcopi; l’entourage vescovile; lo stemma codicum; tout court; know how etc.

- le citazioni di una certa lunghezza vengono composte in corpo minore con uno stacco rispetto al testo principale, senza virgolette di apertura e di chiusura

-  virgolette basse (caporali) «   » per le citazioni di brani italiani o stranieri che non superino le tre righe.

- i doppi apici in alto “ ”  vanno usati solamente per citazioni all’interno di una citazione principale.

- le virgolette semplici in alto ‘   ’ si utilizzano solo per enfatizzare un termine o denotarne un uso diverso da quello comune.

- per le parti dei brani omesse: tre punti tra parentesi tonde: (…)

 

Sono ammesse variazioni opportunamente motivate purché vi sia una coerenza interna al contributo

 

Maiuscole e minuscole

per le denominazioni degli appartenenti a ordini religiosi la maiuscola iniziale.

  • Esempio: frati Minori, frati Predicatori, suore Clarisse.   

per le istituzioni religiose la minuscola.

  • Es.: capitolo, congregazione, confraternita;

ma Chiesa come istituzione e non edificio.

  • Es.: Chiesa veronese; chiesa di San Fidenzio

 Per i santi: minuscola per la persona, maiuscola per il luogo, sempre per esteso (niente s. puntata).

  • Es.: chiesa di Sant'Antonio; festa di sant'Antonio, regola di san Benedetto

La distinzione tra punti cardinali e aree geografiche va tenuta presente: così occidente se punto cardinale, ma Occidente se area geografica.

 Non si usino mai la sottolineatura o il corsivo per evidenziare concetti; per i sovrasignificati si usino gli apici semplici.

 

Numeri

Cardinali per le annate delle riviste: es. 128 (1987); arabi dopo il tre, prima in lettere: es. uno, due, tre, ma 122, 11…;

Per i secoli numeri romani e non lettere: es. secolo XII, non secolo dodicesimo; ancora per i secoli Duecento, Trecento, non '200, '300. Si dica inoltre anni Venti, Trenta etc., non '20, '30.

Le pagine si indichino senza abbreviazioni: pp. 123-127, non 123-7.

 

Abbreviazioni principali

  • anno                 a.
  • appendice         app.
  • busta                 b.
  • capitolo/i          cap./capp.
  • carta/e              c./cc.
  • circa                       ca.          
  • colonna/e         col./coll.
  • foglio/fogli       f./ff.
  • fuori testo        f.t.
  • manoscritto/i    ms./mss.
  • mazzo              m.
  • numero/i          n./nn.
  • pagina/e            p./pp.
  • recto                r senza punto   (in corsivo)
  • seguente/i        sg./sgg.        
  • serie                 s.
  • tabella/e          tab./tabb.
  • tavola/e           tav./tavv.
  • tomo               t.
  • verso               v senza punto    (in corsivo)
  • volume/i          vol./voll.

 

Per esteso:

  • a cura di
  • vedi
  • Idem
  • Ibidem
  • nota
  • per esempio
  • Ibidem: l’uso va limitato all’interno della stessa nota (non usare ivi) Nelle note successive si ripete autore e titolo abbreviato